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Le immagini digitali sono ovunque, con le nuove tecnologie le usiamo, le creiamo e spesso modifichiamo con facilità e quasi non passa giorno senza che ne creiamo altre scattando nuove foto.

Tutto questo è molto bello e va bene se si tratta di hobby o uso personale, ma se di questa passione vogliamo farne il nostro lavoro, è fondamentale incominciare a imparare la terminologia di base delle immagini digitali.

Prima di procedere

La maggiorate delle voci indicate ha un link di approfondimento ma se qualcosa non dovesse essere chiaro, o per maggiori informazioni chiedete pure. È utile anche per me capire quali sono i maggiori dubbi al riguardo.

DIMENSIONI IMMAGINE

La dimensione di una immagine viene indicata con il formato in pixel dei due lati più la risoluzione. Se la usiamo per la stampa invece possiamo indicarla nei centimetri (o altre unità di misura corrispondenti).

FORMATI FILE

Ogni tipo di file ha punti di forza e punti deboli per cui è fondamentale sapere bene dove e come usarli. I formati dei file sono distinguibili tramite l’estensione che consiste nella parte dopo il punto.

Approfondimento: Principali tipologie di file nella grafica

METODO DI COLORE

Ogni immagine ha dei colori che vengono gestiti secondo un metodo di colore. Ad esempio le fotografie o le immagini destinate a monitor nascono con il formato RGB mentre quelle per la stampa offset (tipografica) sono trasformate in CMYK.

Approfondimento: Metodi di colore

PROFONDITÁ DI COLORE

La profondità di colore indica quante diverse variazioni può avere ogni canale di una immagine e si esprime in bit. Ad esempio una immagine scaricata dal cellulare è generalmente a 8bit per canale. Essendo in RGB ogni pixel ha 3 canali uno per il Rosso uno per il Verde e uno per il Blu. Ogni canale va dal nero alla sua versione più satura e luminosa e in tutto sono 8 bit di informazioni (sempre per canale). Questi famosi 8 bit producono 28 variazioni di colore quindi 256 gradazioni.

Poiché ogni canale ha 256 diverse possibilità otteniamo una gamma di 256x256x256 colori, e quindi in tutto: 16.777.216 colori.

8 bit è lo standard ma le immagini possono essere anche a 16 o 32 bit di profondità presentando quindi una maggiore gamma di sfumature sempre tra il livello 0 che equivale al nero e ogni canale nella sua variazione più satura e luminosa.

Il tema è complesso da trattare in questa sede quindi seguitemi per altri approfondimenti.

RASTER e VETTORIALE

Le immagini nella computergrafica possono essere di due macrotipologie: raster o vettoriali.

Le immagini raster sono simili a un mosaico e composte da una griglia di elementi quadrati chiamati pixel. Tra i software che le utilizzano al meglio troviamo Adobe Photoshop e tanti altri programmi di fotoritocco e disegno.

Vantaggi: riescono a rappresentare milioni di colori differenti e quindi sono utili per fotografie e disegni.

Svantaggi: pesano molto e non si riescono a ingrandire e ridimensionare oltre certi limiti senza perdere di qualità.

Le immagini vettoriali invece vengono create dal computer tramite tracce, riempimenti e punti chiave. Tra i programmi che le utilizzano troviamo Adobe Illustrator ma anche Powerpoint, Canva, Word eccetera.

Vantaggi: estremamente versatili e dal peso contenuto.

Svantaggi: difficile ottenere immagini di qualità fotografica.

Approfondimento: Raster o vettoriale?

RASTERIZZARE e VETTORIALIZZARE

Trasformare una immagine vettoriale in una immagine raster è utile in diverse situazioni tra cui:

  • Quando vogliamo trasformare l’immagine in un file da caricare su un sito internet
  • Quando dobbiamo preparare una immagine e non vogliamo fornire il file modificabile
  • Quando dobbiamo utilizzarla con un formato file di tipo raster

La vettorializzazione invece è una operazione più complessa e può essere fatta solo con appositi software. Il risultato difficilmente è utilizzabile senza doverci poi mettere mano. È utile ad esempio quando abbiamo un logo su un file .jpg e lo vogliamo ritrasformare in formato vettoriale.

RICAMPIONAMENTO

Quando ridimensioniamo una immagine possiamo scegliere se applicare il ricampionamento oppure no.

Se non lo facciamo: la quantità complessiva di pixel rimarrà invariata e di conseguenza il peso dell’immagine. Se aumentiamo però la dimensione dell’immagine poiché vi saranno larghezza e altezza maggiori i pixel all’interno di ogni pollice scenderanno di numero (e quindi avremo una risoluzione minore). Se invece rimpiccioliamo l’immagine la risoluzione aumenta.

Se invece applichiamo il ricampionamento daremo al software la possibilità di aggiungere o sottrarre pixel. Quindi avremo un controllo maggiore. La scelta dipenderà dai risultati che vorremo ottenere. Programmi come Photoshop applicano diversi metodi per effettuare un ricampionamento in base alla tipologia di immagine e risultai cheti vogliono ottenere.. Seguitemi per maggiori approfondimenti!

RIDIMENSIONAMENTO

Ridimensionare una immagine può riferirsi sia ad una variazione di dimensioni che di risoluzione. Se l’immagine è vettoriale non abbiamo problemi, se invece è in formato raster possiamo avere problemi di qualità nell’ingrandirla oltre certe percentuali.

Approfondimento: Ridimensionare una immagine

RISOLUZIONE

Per risoluzione di una immagine si intende quanti pixel questa immagine ha in un pollice di lunghezza (1 pollice = 2,54 centimetri). Più i pixel sono numerosi, più sono piccoli e più l’immagine potrà essere ingrandita prima che l’occhio umano li interpreti come singoli elementi geometrici..

Approfondimento: dispense La risoluzione di una immagine + video https://youtu.be/4zC4G4q3GSY

TRACCIATI

Sono gli elementi che compongono una figura vettoriale e sono composti da punti chiave e curve.

Approfondimento: Come scontornare una immagine con i tracciati

Conclusioni

Spero che questa guida introduttiva vi sia stata utile. Come ho scritto prima se ci fossero domande non esitate a contattarmi.

Giacomo Cusano

Credits: Image by Gerd Altmann
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