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In questo periodo, a conclusione dell’anno scolastico 2020-21, si è tanto sentito parlare di DAD (didattica a distanza) o FAD (formazione a distanza). Si sono dette molte cose al riguardo e una pietra tombale sembra averla messa la diffusione dei risultati (scarsi) delle prove invalsi fatte nelle scuole superiori.

Io non sono di parte, a me interessano i risultati didattici reali, quindi a priori non sono né pro né contro la formazione a distanza, però c’è una cosa importante che deve essere considerata: per poter valutare seriamente qualcosa ci vuole una analisi critica altrimenti si sprecano solo parole. 

Per fare una analisi corretta della DAD (indipendentemente dal fatto che generalmente “piaccia” o “non piaccia” bisogna calcolare almeno questi tre aspetti principali:

  • l’ambiente 
  • il metodo
  • gli studenti

L’ambiente

Prima della DAD la formazione avveniva in un contesto scolastico che era sostanzialmente unico per tutti gli studenti che venivano a trovarsi nello stesso campo da gioco.

Con questa nuova modalità invece è necessario considerare anche l’aspetto abitativo e famigliare.

Con la didattica a distanza avviene un cambiamento radicale ovvero lo studente segue la lezione da casa e quindi l’intera classe si trova in situazioni dove gli alunni sono messi in condizioni completamente diverse uno dall’altro: si va dallo studente che ha un suo computer e una sua stanza a nuclei famigliari nutriti dove l’allievo deve seguire la lezione con altre persone nella stessa stanza.

Poi c’è l’impatto della famiglia vero e proprio dove troviamo nuclei famigliari coscienziosi che cercano di non distrarre chi segue la lezione e nuclei famigliari dove viene a mancare anche la minima sensibilità per cui lo studente si trova in condizioni di disturbo continuo.

L’entrata in gioco di queste altre variabili ha avuto come risultante che gli studenti svantaggiati o deresponsabilizzati si sono trovati ad essere ancora più svantaggiati rispetto la media.

Il metodo

L’altro aspetto da considerare prima di sparare sulla DAD è il metodo di insegnamento usato: non si può applicare online lo stesso metodo di lezione applicato in aula! Prima di criticare la DAD bisognerebbe che ogni docente si chieda se ha mai provato metodi più adeguati come ad esempio la flipped classroom!

Non sto incolpando noi docenti, nel gruppo vi sono anche io che non sempre sono riuscito a preparare le cose in questo modo. Però c’è un dato di fatto: senza il metodo giusto non possiamo andare a fare un’analisi sui risultati didattici ottenuti.

Approfondendo il discorso possiamo dire che anche le istituzioni scolastiche non sono state messe nelle condizioni di istruire i docenti. Non sarebbe stato facile perché non si sapeva mai quando sarebbe terminata questa emergenza quindi spesso non si è sentita la necessità di intraprendere nuovi percorsi.

Ipotizziamo ora che per i prossimi due anni bisognerà proseguire con la formazione a distanza. Come dovremmo prepararci? Ecco le basi:

  1. Fare formazione alle famiglie dandogli le indicazioni di base fondamentali su ambiente e responsabilità.
  2. Puntare sugli studenti instaurando una serie di criteri puntuali di valorizzazione e di valutazione del concetto di responsabilità (per quanto possibile).
  3. Fornire gli aiuti alle famiglie (quest’anno qualche operazione in quella direzione è stata fatta ma spesso lasciando l’onere alla scuola cosa che ha gravato ulteriormente sulle risorse).
  4. Formare i docenti sui metodi adeguati riconoscendogli la mole di lavoro di preparazione.
  5. Revisione del processo a fine anno scolastico con una adeguata analisi critica.

Prima di sparare alla DAD ricordiamoci però che…

La DAD è fondamentale per in un paese all’avanguardia, basti pensare alla grande opportunità che dà a chi non può spostarsi da casa per frequentare l’università o al vantaggio di poter seguire le lezioni in modo asincrono.

La DAD è stata dettata dalla necessità, vogliamo almeno farle un ringraziamento ;-)? Cosa avremmo fatto se non ci fosse stata?

Concludendo

Se non prendiamo l’abitudine di fare valutazioni critiche rischiamo di perdere anche delle grandi opportunità e di rimanere poco competitivi nei confronti degli altri paesi. 

Io sono a favore della didattica in aula anche per evitare i problemi di rifiuto sociale che si sono visti ma nella DAD vi sono molti aspetti e opportunità che non devono essere gettate nel calderone dei discorsi da bar.

Dimenticavo… se sei un docente che in DAD ha avuto, tra le varie difficoltà quella di dover valutare gli studenti a distanza ti consiglio questo post sul doppio test formativo


IMG di copertina: Arno Senoner